Le Poesie e gli Aforismi di Giuseppe Ungaretti
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Giuseppe Ungaretti - Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970
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Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria
Amò la Francia
e mutò nome
Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè
E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono
L’ho accompagnato
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa.
Riposa
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
E forse io solo
so ancora
che visse
Locvizza il 30 settembre 1916.
- Giuseppe Ungaretti -
L'uva è matura, il campo arato.
Si stacca il monte dalle nuvole.
Sui polverosi specchi dell'estate
caduta è l'ombra.
Tra le dita incerte
il loro lume è chiaro
e lontano.
Colle rondini fugge
l'ultimo strazio.
- Giuseppe Ungaretti -
Morire come le allodole assetate
sul miraggio
O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia
Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato
- Giuseppe Ungaretti -
E per la luce giusta,
Cadendo solo un'ombra viola
Sopra il giogo meno alto,
La lontananza aperta alla misura,
Ogni mio palpito, come usa il cuore,
Ma ora l'ascolto,
T'affretta, tempo, a pormi sulle labbra
Le tue labbra ultime.
- Giuseppe Ungaretti -
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917
M'illumino
d'immenso.
- Giuseppe Ungaretti -
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
- Giuseppe Ungaretti -
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E' il mio cuore
il paese più straziato
- Giuseppe Ungaretti -
Sono un poeta
un grido unanime
sono un grumo di sogni
Sono un frutto
D'innumerevoli contrasti d'innesti
maturato in una serra
Ma il tuo popolo è portato
dalla stessa terra
che mi porta
Italia
E in questa uniforme
di tuo soldato
mi riposo
come fosse la culla
di mio padre.
- Giuseppe Ungaretti -
Dall'ampia ansia dell'alba
Svelata alberatura.
Dolorosi risvegli.
Foglie, sorelle foglie,
Vi ascolto nel lamento.
Autunni,
Moribonde dolcezze.
O gioventù,
Passata è appena l'ora del distacco.
Cieli alti della gioventù,
Libero slancio.
E già sono deserto.
Preso in questa curva malinconia.
Ma la notte sperde le lontananze.
Oceanici silenzi,
Astrali nidi d'illusione,
O notte.
- Giuseppe Ungaretti -
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.
- Giuseppe Ungaretti -
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde.
Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d'inesauribile segreto.
- Giuseppe Ungaretti -
Nasce una notte
piena di finte buche,
di suoni morti
come di sugheri
di reti calate nell'acqua.
Le tue mani si fanno come un soffio
d'inviolabili lontananze,
inafferrabili come le idee.
E l'equivoco della luna
e il dondolio, dolcissimi,
se vuoi posarmele sugli occhi,
toccano l'anima.
Sei la donna che passa
come una foglia.
E lasci agli alberi un fuoco d'autunno.
- Giuseppe Ungaretti -
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
- Giuseppe Ungaretti -
Quale canto s'è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle
Quale festa sorgiva
di cuore a nozze
Sono stato
uno stagno di buio
Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio
Ora sono ubriaco
d'universo
- Giuseppe Ungaretti -
AFORISMI DI GIUSEPPE UNGARETTI
Il vero amore è come una finestra illuminata in una notte buia. Il vero amore è una quiete accesa.
La meta è partire.
Sono un poeta, un grido unanime. Sono un grumo di sogni.
Non mi lasciare, resta, sofferenza!
L'uomo, monotono universo, crede allargarsi i beni, e dalle sue mani febbrili, non escono senza fine che limiti.
Inverno. Come un seme il mio animo ha bisogno del lavoro nascosto di questa stagione.
La carità feroce del ricordo.
Eternità. Tra un fiore colto e l'altro donato l'inesprimibile nulla.
Le poesie dell'Allegria sono scritte per dire con la massima precisione possibile.
Vita. Corruzione che s'adorna di illusioni.
La parola è impotente, la parola non riuscirà mai a dare il segreto che è in noi, mai. Lo avvicina.
La morte si sconta vivendo.
Volontà di vivere nonostante tutto, stringendo i pugni, nonostante la morte.
- Aforismi di Giuseppe Ungaretti -
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